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Il Sud #InRete con l'Europa. La mobilità sostenibile riparte da qui

Eventi

Un futuro all'insegna della sostenibilità e dell'innovazione

Il PON Infrastrutture e Reti 2014/2020 rilancia la sfida per nuove infrastrutture, mobilità e reti idriche all’avanguardia. Fondi europei extra e progetti fondamentali per il rilancio del Mezzogiorno e il superamento della crisi. Si è appena concluso l’evento informativo annuale del Programma Operativo Nazionale Infrastrutture e Reti 2014-2020 inserito nella cornice del Forum PA 2022 dedicato quest’anno al tema della ripartenza e del superamento della crisi.

16/06/2022 - Il Sud #INRETE con l'Europa: mobilità, infrastrutture e reti idriche

Il Talk organizzato dal PON-IR “Il Sud #inRete con l'Europa: mobilità, infrastrutture e reti idriche per un futuro all'insegna della sostenibilità e dell'innovazione”, ha inteso approfondire le linee strategiche del Programma, gli sviluppi del prossimo futuro, anche in virtù dei molti cambiamenti in corso nel mondo delle infrastrutture su larga scala, grazie ai fondi europei e a quelli di ReactEu.

Il PON Infrastrutture e Reti opera nelle regioni del Mezzogiorno (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e persegue le priorità dell’Unione Europea nell’ambito delle infrastrutture di trasporto, contribuendo al miglioramento delle condizioni di mobilità delle persone e delle merci con il fine di garantire uno sviluppo competitivo dei territori e rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale.

Si tratta dunque di una sfida complessa e ambiziosa che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Direzione Generale per lo sviluppo del territorio, la pianificazione ed i progetti internazionali – sotto la guida dell’Avv. Dott.ssa Bernadette Veca – è stata pronta ad accettare e che sta portando avanti con solidi risultati. Il Mezzogiorno è oggi al centro del dibattito e la sfida è quella di spendere 300 miliardi di euro di risorse per la ripartenza, tra PNRR e nuova programmazione europea. All’incontro è emersa la fondamentale attività di implementazione del raggio di azione del PON-IR stesso e dei cambiamenti portati avanti sino ad oggi.

Se fino al 2021, infatti, il Programma operava principalmente nell’ambito delle grandi infrastrutture e trasporti multimodali, oggi la portata, le attività e i progetti riguardano la mobilità sostenibile, capillare, attenta ai collegamenti regionali e la sfida si estende anche al potenziamento ed efficientamento delle reti idriche del Mezzogiorno. Grazie ai fondi e alle linee guida del REACT EU sarà dunque possibile recuperare il gap infrastrutturale che ha caratterizzato il settore idrico, fortemente penalizzato fino ad oggi da reti inefficienti, deficitarie, ad alta dispersione d’acqua e carenti da un punto di vista tecnologico. Con il Regolamento (UE) n.2221 del 2020 (REACT-EU) infatti l’Unione Europea ha previsto risorse aggiuntive agli Stati Membri e ulteriori modalità di attuazione per fornire assistenza allo scopo di promuovere il superamento della crisi post Covid, puntando su investimenti importanti a livello infrastrutturale, digitale, ambientale e sociale.

Durante il talk il PON-IR ha messo in evidenza alcune missioni strategiche, come quella di “promuovere sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali infrastrutture di rete” e proprio su questo punto sono intervenuti relatori ed ospiti. Come ricordato dall’Arch. Donato Lamacchia, Autorità di Gestione PON-IR “Le risorse perseguono anche lo scopo per preparare gli Stati Membri ad una ripresa dell’economia che sia verde, digitale e resiliente. All’Italia sono stati attribuiti, in totale, 14.4 mld € destinati ad integrare le disponibilità dei Programmi Operativi, tra cui quelle del PON Infrastrutture e Reti 2014-2020.”

Ad andare a fondo sulla questione idrica e sul diritto per i cittadini di fruire di reti che non disperdano acqua, bene prezioso nel Mezzogiorno, in costante rischio siccità, è Jacopo Manca, funzionario ARERA - Autorità di regolazione per energia reti e ambiente “Nel corso degli ultimi anni il servizio idrico integrato ha avviato un percorso per poter recuperare il gap infrastrutturale che ha caratterizzato questo settore - rispetto agli standard internazionali -, soprattutto in alcune aree del Paese. L’introduzione di un sistema di incentivazione della qualità per obiettivi (come quello definito dall’Autorità di Regolazione con riferimento alla qualità tecnica) e di misure di sostegno agli investimenti (da ultimo con il pacchetto Next Generation EU) possono dare un impulso significativo a questo sviluppo, fornendo al contempo ai cittadini gli strumenti per monitorare le performance dei propri operatori.

Sulla decisiva sfida per le reti idriche del nostro Paese è tornata anche Angelica Catalano, Direttore Generale per le dighe e le infrastrutture idriche del MIMS, che ha quantificato la tipologia e entità degli investimenti che verranno fatti: “In complesso, grazie ai diversi fondi disponibili, nel corso dell’ultimo anno il Governo ha stanziato 3,87 miliardi di euro per realizzare interventi finalizzati alla salvaguardia della risorsa idrica. In complementarità strategica con la linea d’investimento del PNRR e del Fondo di Sviluppo e Coesione 2021-2027, si colloca la programmazione “REACT-EU”, che ha assegnato risorse supplementari alla politica di coesione da inquadrarsi nell'ambito del PON Infrastrutture e Reti 2014-2020.” Catalano ha spiegato come grazie al complesso dei fondi europei e nazionali lo stanziamento da parte del Dipartimento della Coesione per misure di riduzione delle perdite nella rete di distribuzione idrica del Mezzogiorno ammonti a un totale di 482 mln €. “All’esito della fase di valutazione delle proposte presentate, il MIMS ha finanziato 18 interventi per complessivi 482 mln €: un intervento in Basilicata per 49 mln €, 6 interventi in Campania per complessivi 127 mln €, un intervento in Puglia per 90 mln € e 10 interventi in Sicilia per complessivi 216 mln €” ha illustrato nel dettaglio il Direttore Generale.

La questione trasporti e mobilità sostenibile a ogni livello, è stata affrontata nel dibattito, con grande centralità, in particolare attraverso l’intervento di Giorgio Pizzi, della Direzione Generale per il trasporto pubblico locale e regionale e la mobilità pubblica sostenibile del MIMS. Pizzi ha ricordato come “Il ricorso a nuove modalità di alimentazione dei veicoli, ad esempio l’elettrico e l’idrogeno” sia una delle forme più immediate per ridurre l’impatto in termini di emissioni inquinanti dei sistemi di trasporto e mobilità. D’altra parte, l’offerta e la fruizione dei servizi di mobilità tendono costantemente verso il paradigma della “piattaforma”, un sistema che aiuti cittadini, enti locali e aziende ad agire come ecosistema, in grado di orientare le scelte verso la sostenibilità e il decongestionamento urbano e ambientale. Esistono le piattaforme di un nuovo modo di concepire il Mobility as a Service (MaaS) e su questo torna lo stesso Pizzi “si tratta di fatto di un nuovo attore sulla scena. Esso non agisce solo attraverso una mera integrazione di informazioni, prenotazioni, sistemi di bigliettazione, composizione di viaggi e spostamenti. Le caratteristiche e le potenzialità della nuova piattaforma per la mobilità sostenibile sono tali da orchestrare i servizi e orientare le scelte verso forme che riducono il ricorso all’auto privata, a vantaggio di una riduzione importante del traffico urbano e di una riduzione delle emissioni.” Evidente come le varie piattaforme MaaS offrano la possibilità ai sistemi istituzionali, come l’Osservatorio Nazionale per il TPL, di utilizzare la mole di dati che verrà generata per alimentare i migliori modelli di pianificazione e programmazione dei servizi. “Il progetto “MaaS for Italy” permette tutto questo” conclude Giorgio Pizzi.

Un largo spazio è stato, infine, dedicato alla questione ambientale e in particolare al Report di Monitoraggio Ambientale direttamente collegato all’esperienza del PON-IR. L’Arch. Monica Torchio della Task Force Ambiente ha raccontato come il Monitoraggio ambientale VAS non sia solo un adempimento normativo, qualcosa su cui adeguarsi burocraticamente ma una grande opportunità per far conoscere il contributo del PON-IR allo sviluppo sostenibile del nostro Paese. “Il monitoraggio ambientale prevede indicatori come il consumo di suolo, il rischio idrogeologico, la biodiversità, il recupero di materiale e la gestione dei rifiuti, le emissioni inquinanti e climalteranti, le misure di adattamento al cambiamento climatico” specifica Torchio, che ha aggiunto “il punto di forza delle attività di monitoraggio del PON-IR: il lavoro con Beneficiari (attività di accompagnamento per la restituzione delle informazioni) che ha prodotto, tra l’altro, maggiore consapevolezza degli stessi sugli effetti ambientali degli interventi proposti (sia positivi che negativi)”.

Come ripetuto anche dall’Autorità di Gestione Donato Lamacchia il periodo che stiamo vivendo è un momento cruciale di rilancio europeo di costruzione di una cittadinanza comunitaria che metta sempre più in connessione nazioni, regioni, città e generazioni. “Grazie alle enormi opportunità europee e alla pianificazione italiana di fondi è finalmente possibile dare uno slancio ulteriore a una ripartenza tanto attesa e che, poco a poco, si sta concretizzando attraverso infrastrutture indispensabili a un nuovo sviluppo socialmente inclusivo, all’avanguardia e sostenibile” ha concluso l’AdG.